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Magazine X115 X115 Il Fumo Fa Dimagrire o Ingrassare? Fumo e Peso Corporeo

Il Fumo Fa Dimagrire o Ingrassare? Fumo e Peso Corporeo

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Introduzione

Dalle recenti evidenze epidemiologiche, continua ad emergere un elevatissimo tasso di mortalità – quasi 500.000 morti annui nei soli Stati Uniti – attribuibile al fumo di sigaretta 1.

D’altro canto, anche sovrappeso e obesità vengono attualmente considerati tra le principali cause di morbilità – in particolare per patologie cardiovascolari, respiratorie e neurologiche – e di mortalità.

Il connubio tra questi due fattori – fumo + obesità – costituisce pertanto un evento particolarmente allarmante per l’intera salute pubblica.

Il sovrappeso e l’obesità sono associati ad un aumentato rischio di malattie cardiovascolari, ipertensione, diabete di tipo 2, problemi respiratori, disturbi muscoloscheletrici e alcuni tumori

Nei primi decenni del 1900, la credenza che il fumo di sigaretta potesse risultare utile nel garantire un adeguato controllo del peso corporeo è stata parte integrante della cultura popolare; noto a tal proposito è il motto “consuma una sigaretta, invece di un dolce”.

Fortunatamente, a questa malsana abitudine rispose ben presto la comunità scientifica, dimostrando come smettere di fumare apportasse vantaggi, in termini di morbilità e mortalità, decisamente maggiori rispetto al rischio di aumentare di peso.

Nonostante ciò, tra l’utenza fumatrice, l’incremento del peso corporeo costituisce ancora oggi uno dei più grandi timori legati alla completa disassuefazione da fumo.

I fumatori generalmente aumentano di peso quando smettono di fumare; questo aumento di peso può ridurre alcuni dei benefici per la salute dello smettere di fumare. Ad esempio, l’aumento di peso dopo l’interruzione del fumo contribuisce ad aumentare il rischio di diabete di tipo 2 e ipertensione, e riduce anche il miglioramento della funzionalità polmonare ottenuto smettendo di fumare.

Qualche dato

Al contrario di quanto si possa superficialmente credere, la correlazione tra tabagismo e peso corporeo è molto stretta sin dall’età adolescenziale, come dimostrano alcuni dati sull’alto tasso di incidenza del tabagismo su giovani ragazze sottoposte a diete ipocaloriche.

Tale correlazione diventa decisamente più evidente in età adulta, laddove, secondo recenti statistiche, i fumatori adulti pesano in media circa 4-5kg in meno rispetto i non fumatori2.

Trend opposto invece tra coloro che smettono di fumare, visto l’incremento ponderale medio di 7-15kg negli otto anni successivi alla cessazione, rispetto i 4-5 chili della popolazione fumatrice. Incremento ponderale che si osserverebbe soprattutto nei primi 6 mesi di astinenza, per decrescere progressivamente nel tempo.

Tendenza ulteriormente confermata dal fatto che solo il 25% degli ex fumatori riesce a mantenere un peso corporeo adeguato e sano dopo aver smesso di fumare.

Fisiologia

Comprendere i meccanismi alla base di questa correlazione e individuare i momenti più delicati per l’incremento ponderale costituisce la base da cui partire per arginare questo pericoloso fenomeno, visto tra l’altro l’incrementato rischio, per patologie metaboliche e cardiovascolari, che si osserverebbe negli obesi ex fumatori.

Alla base di tale complessa relazione vi sarebbe ancora una volta la Nicotina, la cui continua assunzione altererebbe il normale equilibrio neuroendocrino, creando dipendenza e favorendo la perdita dipeso.

Più precisamente questa molecola, interagendo con specifici recettori nicotinici per l’Acetilcolina, indurrebbe, al livello limbico, il rilascio di neurotrasmettitori come Dopamina, Noradrenalina, Serotonina, Glutammato e GABA.

Questa azione modulante, secondo diverse evidenze, potrebbe estendersi anche a livello periferico, con inevitabili conseguenze metaboliche, tra le quali:

  • Incremento del metabolismo di base per effetto simpaticomimetico;
  • Incremento della termogenesi;
  • Incremento della lipolisi ed aumentata mobilizzazione dei trigliceridi;
  • Aumento del dispendio energetico durante l’attività fisica;
  • Incremento dell’attività dell’insulina;
  • Riduzione delle concentrazione di Adiponectina.

A livello centrale, invece, la Nicotina sembrerebbe:

  • Potenziare gli effetti anoressizzanti della Leptina;
  • Controllare la secrezione di ormoni oressigeni come CART e POMC;
  • Indurre l’espressione di molecole in grado di controllare l’assunzione di cibo.

In conclusione, quindi, la Nicotina sembrerebbe agire su due differenti fronti:

  • il primo rappresentato dal controllo dell’appetito e della quantità di cibo introdotto,
  • il secondo, invece, costituito dall’incremento del dispendio energetico.

Il fumo aumenta il dispendio energetico nelle 24 ore di circa il 10% e lo innalza maggiormente durante l’esercizio fisico e dopo aver mangiato rispetto al riposo 3, 4.
Un aumento del 10% del tasso metabolico corrisponde a circa 140-200 kcal nell’arco di 24 ore; supponendo che non vi siano cambiamenti nell’apporto calorico, questo aumento del dispendio energetico causato dalla nicotina può comportare la perdita di 10 kg di peso corporeo nell’arco di 1 anno.

Fumo e incremento ponderale: possibili meccanismi

Descritti i meccanismi fisiologici con i quali il tabacco, e più precisamente la Nicotina, interverrebbe nel controllo del peso corporeo, al fine di indentificare i potenziali rimedi, è necessario comprendere i fenomeni correlabili all’aumento ponderale.

Secondo recenti evidenze, l’incremento di peso indotto dall’astinenza da nicotina risulterebbe sostenuto:

  • Da un incremento dell’appetito, quindi da un surplus calorico giornaliero stimato intorno alle 227Kcal;
  • Da una riduzione del metabolismo basale, ulteriormente amplificato da una riduzione dell’attività fisica;
  • Da variazioni qualitative della dieta, orientate ad un maggior consumo di grassi ed alimenti ad alta densità energetica;
  • Dall’aumentato rischio dell’insorgenza di episodi di crisi bulimiche e di disturbi della condotta alimentare come il Binge Eating Disorder;
  • Dall’utilizzo del cibo come meccanismo di compenso e gratificazione.

Tutte le suddette evidenze, ottenute attraverso modelli sperimentali e attente valutazioni clinico-epidemiologiche, costituirebbero quindi la base di partenza per la messa a punto di protocolli psico-terapeutici e nutrizionali orientati al controllo dell’incremento ponderale nelle immediate fasi di disassuefazione da fumo di sigaretta.

CONTINUA: Come Evitare di Ingrassare dopo Aver Smesso di Fumare »

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