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Magazine X115 X115 Fillers in Medicina Estetica | Tipi, Risultati, Effetti Collaterali

Fillers in Medicina Estetica | Tipi, Risultati, Effetti Collaterali

  • 11 minuti

Cosa Sono

Negli ultimi anni si è assistito a un incremento esponenziale dell’utilizzo dei fillers riempitivi in medicina estetica.

Secondo i dati dell’American Society for Aesthetic Plastic Surgery (ASAPS), nel 2019 sono stati eseguiti 2,7 milioni di trattamenti con filler dermici 2.

I filler (o riempitivi) sono prodotti che vengono iniettati all’interno o sotto la pelle per migliorarne l’aspetto e correggere eventuali inestetismi, come perdite di volume (lassità), rughe e solchi.

Il miglioramento estetico prodotto dai filler dipende da:

  • un effetto fisico riempitivo, diretto e immediato;
  • un effetto biologico che, attraverso lo stimolo sull’attività dei fibroblasti, porta a un aumento della sintesi di macromolecole di collagene, elastina e acido ialuronico.

La popolarità di questi rimedi antirughe è da attribuirsi alla capacità di offrire significativi miglioramenti in ambito estetico con una metodica meno invasiva e decisamente meno costosa rispetto alla classica chirurgia estetica (lifting chirurgico).

Dall’utilizzo dell’olio di silicone alla fine degli anni ’60, oggi bandito, si sono sviluppate nel tempo numerose tecnologie, che hanno portato all’attuale esistenza di oltre 160 prodotti destinati alla medicina estetica, commercializzati da più di 50 aziende 1.

Secondo un’indagine, le dimensioni del mercato dei filler hanno superato i 6,2 miliardi di dollari nel 2019, e supereranno i 10 miliardi di dollari nel 2026 2.

Indicazioni

Rimanendo nell’ambito della medicina estetica, i fillers, altrimenti detti riempitivi, vengono impiegati (da medici specializzati) principalmente per:

  • il riempimento delle rughe e dei solchi cutanei;
  • la correzione di inestetismi associati alla perdita di tessuti molli, a causa di patologie o dell’avanzare dell’età;
  • la volumizzazione delle guance, del mento e delle labbra;
  • il rimodellamento del naso;
  • la correzione dell’asimmetria facciale;
  • il ringiovanimento della mano.

Queste e numerose altre applicazioni hanno contribuito alla diffusione di questi prodotti nei vari settori della medicina estetica.

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Tipi di Filler

Nonostante la miriade di prodotti presenti in commercio, i vari fillers possono essere suddivisi in due ampie categorie:

  • fillers biodegradabili o riassorbibili;
  • fillers permanenti o non biodegradabili.
Tipi di Fillers
Riassorbibili A lento riassorbimento

Semipermanenti o Permanenti

  • Acido ialuronico
  • Collagene
  • Gel di Agarosio

Insieme alla sostanza di base possono essere iniettati fattori biostimolanti, come vitamine, minerali, sostanze nutritive, ormoni, fattori di crescita, aminoacidi, colture autologhe fibroblasti, plasma ricco di piastrine ecc

Fillers biodegradabili o riassorbibili

I fillers biodegradabili sono così definiti in quanto vengono riassorbiti completamente dai tessuti in periodi di tempo più o meno lunghi, in ogni caso nell’ordine di alcuni mesi.

Tra questi, quelli più utilizzati sono sicuramente i fillers a base di acido ialuronico, che presentano una durata di 3-12 mesi a seconda della complessità della molecola e delle sue concentrazioni, e che garantiscono un buon controllo delle possibili complicanze.

Filler all’acido ialuronico

L’iniezione di acido ialuronico è pensata per favorire il ringiovanimento della pelle aumentando sia l’idratazione che l’attivazione dei fibroblasti.

I derivati ​​dell’acido ialuronico sono i filler biodegradabili più utilizzati in Europa e negli Stati Uniti.

Ne esistono moltissimi tipi che differiscono per la complessità e la struttura molecolare (grado e tipo di reticolazione), la concentrazione ed eventuali adiuvanti o agenti anestetici. Tutte queste caratteristiche hanno un impatto significativo sull’effetto clinico di questi filler.

Va ad esempio notato che i prodotti più concentrati e con un più alto grado di reticolazione hanno una maggiore durata dell’effetto; tuttavia, aumentano anche la reattività nel corpo, quindi il rischio di infiammazione, fibrosi e formazione di granulomi.

Oltre alla composizione, i prodotti attualmente disponibili differiscono in base alle indicazioni approvate, alla durata dell’effetto estetico, alla modalità operativa putativa, alla profondità consigliata di iniezione, alla tecnica di iniezione, all’idoneità per le diverse aree del viso e agli eventi avversi.

Filler al collagene

Meno utilizzati sono invece i fillers a base di collagene, impiegati in diversi settori della medicina estetica, per i quali tuttavia rimane relativamente alto il rischio di reazioni avverse, soprattutto a carattere di ipersensibilità.

Per questo motivo, sarebbe obbligatorio effettuare dei test allergologici prima dell’utilizzo di filler a base di collagene bovino.

Filler all’agarosio

Di recente introduzione, i filler a base di agarosio sfruttano un polisaccaride derivato dall’agar-agar, che viene estratto in laboratorio dalle alghe rosse.

L’agarosio sembra agire producendo una fisiologica risposta infiammatoria, stimolando di conseguenza la produzione di nuovo collagene ed elastina nei tessuti in cui è stato impiantato.

Fillers permanenti o non biodegradabili

In questa categoria rientrano i fillers a base di polimetilmetacrilato e gli idrogel di poliacrilamide, la cui durata si attesta solitamente intorno ai 2 anni (oltre i quali sarebbe necessario provvedere a eventuali correzioni).

I fillers non biodegradabili sfruttano un principio biologico differente rispetto ai riempitivi riassorbibili.

Queste molecole, infatti, provocano una reazione da corpo estraneo nel sito trattato, stimolando così l’attivazione dei fibroblasti, cellule deputate alla guarigione delle ferite.

La conseguente deposizione di collagene di primo tipo (fibrotico, cicatriziale) contribuisce a riempire i solchi o le lesioni trattate.

I filler di questa categoria includono polimetilmetacrilato (PMMA; Artecoll®), l’idrogel di poliacrilammide (Aquamid®) e Silikon® 1000 (una forma pura di silicone per uso medico).

  • Il PMMA è composto per l’80% da collagene cutaneo bovino più il 20% di microsfere di PMMA. Il veicolo al collagene viene degradato entro 1-3 mesi, lasciando le microsfere incapsulate da una capsula fibrosa fine.
  • L’idrogel di poliacrilammide è un gel di poliacrilammide idrofilo composto dal 97,5% di acqua sterile legata al 2,5% di polimero di acrilamide reticolato. In questo modo, si verifica uno scambio continuo di fluido tra l’idrogel e il tessuto circostante, che si integra nei tessuti molli.
  • Silikon® 1000 viene iniettato in quantità molto piccole usando una tecnica di microdroplet. Similmente agli altri riempitivi permanenti, il corpo forma collagene attorno alle particelle di silicone.

La natura permanente dei filler non biodegradabili può rendere le loro complicanze più durature e difficili da trattare.

I filler di acido polilattico e idrossiapatite di calcio hanno un meccanismo d’azione analogo a quello descritto, ma sono riassorbiti nell’arco di un paio d’anni. Per questo motivo vengono talvolta classificati in una terza categoria, quella dei filler a lento assorbimento.

Fillers a lento riassorbimento

Filler con idrossiapatite

Il filler con idrossiapatite di calcio (Radiesse®) è costituito da microsfere di idrossiapatite di calcio (CaHA) sintetiche sospese in un gel di supporto.

Le particelle di CaHA fungono da impalcatura per la formazione di nuovi tessuti e stimolano la formazione di collagene attorno alle microsfere, portando a un ispessimento del derma nel tempo.

Le particelle sferiche di CaHA vengono gradualmente fagocitate e degradate in calcio e fosfato ed eliminate attraverso il sistema renale.

L’iniezione fornisce un immediato miglioramento visivo con la deposizione a lungo termine di nuovo collagene che circonda le microsfere, il che contribuisce a una durata media dell’effetto di circa 15 mesi.

Filler con Acido Polilattico

I filler a base di acido polilattico (Sculptra®) utilizzano un polimero sintetico che fornisce un aumento dei tessuti molli attraverso la stimolazione di una risposta infiammatoria dei tessuti con successiva deposizione di collagene.

Ogni sessione di iniezione con acido polilattico produce un effetto di trattamento graduale e una correzione limitata. Sono generalmente necessarie tre sessioni di iniezione, ma una volta raggiunta la correzione finale, i risultati durano fino a 2 anni.

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Statistiche di Utilizzo

La seguente tabella riporta i dati dell’American Society for Aesthetic Plastic Surgery (ASAPS) relativi all’anno 2019 2.

Numero Totale di Filler eseguiti, 2.721.469
di cui:
Filler a base di acido ialuronico (Juvederm Ultra®, Juvederm Ultra Plus®, Perlane®, Restylane®, Belotero®) 2.160.578
Filler a base di idrossiapatite di calcio (Radiesse®) 221.307
Filler a base di plasma ricco di piastrine (PRP) 130.230
Filler a base di acido polilattico (Sculptra®) 120.689
Filler a base di grasso autologo 47.123
Filler a base di polimetilmetacrilato (Bellafill®) 17.878

Dopo il Trattamento

L’assistenza post-procedura svolge un ruolo vitale nel raggiungimento di risultati ottimali ed è quindi essenziale educare i pazienti su questo aspetto.

Gli impacchi di ghiaccio possono aiutare ad alleviare intorpidimento e gonfiore temporanei.

In genere, si consiglia al paziente di astenersi per qualche giorno dall’esposizione a temperature estreme come la sauna o lo sci, oltre che all’esposizione solare diretta.

Alcuni tipi di filler (come quelli all’acido polilattico) possono richiedere il massaggio delle zone trattate, mentre per altri va evitato.

Costo Filler

Il costo dei fillers dermici varia in base al tipo di filler utilizzato e al numero di sedute.

Di seguito è riportata una ripartizione dei costi stimati per siringa, fornita dall’American Society of Plastic Surgeons 3:

  • calcio idrossiapatite (radiesse): 690$
  • acido ialuronico (ad es. Juvederm Ultra, Juvederm Ultra Plus, Perlane, Restylane, Belotero): 652$
  • acido polilattico (sculptra): 878$
  • polimetilmetacrilato: 855$

La maggior parte dei pazienti ha bisogno di più siringhe per ottenere i risultati desiderati.

Effetti Collaterali

Per quanto l’impiego dei fillers sia ormai quasi all’ordine del giorno, non bisognerebbe mai dimenticare le possibili reazioni avverse legate a questo tipo di trattamento.

Reazioni avverse che, al contrario di quanto si possa pensare, potrebbero indurre problematiche sia in acuto che nel medio-lungo termine.

Gli effetti collaterali più comunemente osservati comprendono:

  • lividi nella regione di iniezione, soprattutto in quelle zone maggiormente vascolarizzate e nei pazienti in terapia con farmaci anticoagulanti o integratori fluidificanti del sangue come omega 3, gingko biloba, ginseng, erba di San Giovanni e vitamina E;
  • edema, ossia gonfiore, sia associato al trauma iniettivo, sia potenzialmente legato a reazioni avverse a carattere allergico verso il filler utilizzato;
  • eritema nelle fasi post-iniettive;
  • neovascolarizzazione con formazione di nuovi capillari che possono comparire anche dopo diversi giorni dall’iniezione del filler;
  • infezioni per pratiche mediche igienicamente non adeguate;
  • formazione di masse nodulari;
  • invecchiamento a lungo termine per senescenza delle cellule del derma (iniettando, ad esempio, acido ialuronico ad alto peso molecolare, si “spegne” la capacità di sintesi dei fibroblasti);
  • parestesie per compromissione delle strutture nervose.

Sono questi alcuni dei motivi che dovrebbero spingere ogni paziente a valutare attentamente sia il professionista a cui si affida che la procedura e la sostanza scelta per l’intervento riempitivo con i fillers.

Possibili Effetti Collaterali dei Filler 4
Precoci Tardivi Ritardati (> 1 anno)
  • Ecchimosi
  • Edema
  • Eritema
  • Infezione
  • Reazione Allergica
  • Noduli
  • Necrosi della pelle
  • Embolismo
  • Infezione
  • Biofilm

Controindicazioni

Il ricorso all’uso dei filler è generalmente controindicato nei pazienti con tendenza allo sviluppo di cicatrici cheloidi, durante la gravidanza e l’allattamento, nei pazienti con ipersensibilità accertata, nei pazienti con patologie dermatologiche gravi, autoimmuni o autoinfiammatorie, e nei pazienti in radioterapia.

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